I migliori 20 momenti del Marvel Cinematic Universe, Parte II (10-1)

Dopo esser rimasti con il fiato sospeso dopo la prima parte dei momenti più spumeggianti del Marvel Universe, proseguiamo il nostro percorso tra picchi di testosterone alternati a lacrimoni virili.

10) Combattimento nella valigetta (Ant Man)

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Dopo il trenino Thomas, Ant Man e il Calabrone hanno continuato a dare spettacolo.

Stavolta dentro una valigetta.

Avreste mai pensato che si potesse rendere epico un combattimento tra supereroi con i Cure?

9) Hulk vs Hulk Buster (Avengers: Age of Ultron)

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Come si può fermare Hulk?

Tony Stark trova risposta ad una domanda che apparentemente non dovrebbe averne.

Dopo l’incontro con l’alter ego violento di Bruce Banner, Tony pensò a due cose:

La prima è inserire nella sua Mark un sistema che permettesse di espletare le funzioni fisiologiche dopo essersi cagato sotto vedendo Hulk spaccare tutto; la seconda è trasformare una Fiat Multipla in una armatura che possa bloccare i suoi cazzotti.

Considerando che Tony lo riempiresti di schiaffi dalla mattina alla sera per la sua arroganza ed ostentazione della ricchezza, la Hulkbuster è l’idea migliore che potesse avere. E lo ha dimostrato alla grande al momento della pratica.

8) Conosci i suoi (Spider-Man: Homecoming)

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Conoscere i genitori della tua ragazza è uno di quei momenti che ti mette in crisi. Figurarsi se sei Peter Parker e hai un’identità da nascondere.

Purtroppo, il padre della tipa che hai invitato al ballo è proprio il tuo acerrimo nemico. Ma lui non sa chi tu sia veramente. Forse.

Il confronto formale tra il nostro eroe e l’Avvoltoio genera doppiamente imbarazzo e sgomento.

È il peggior scenario ipotizzabile per Peter che dimostra, per la prima volta, la sfiga cosmica che affligge storicamente l’amichevole Spider-Man di quartiere.

7) L’ascensore (Captain America: Winter Soldier)

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Prendere l’ascensore con altre persone può rivelarsi imbarazzante. Sei costretto all’interno di una scatola di lamiera con altre persone, in attesa di giungere a destinazione. Le conversazioni poi sono sempre scadenti e forzate. Si condivide uno spazio limitato in cui, inevitabilmente, si invade la distanza minima tollerata da un estraneo.

Cap ha vissuto il massimo del disagio.

In un momento che non poteva fidarsi di nessuno, prende l’ascensore con tizi decisamente poco raccomandabili. E a cui sicuramente puzzavano pure le ascelle.

Intollerabile. Ma in quanto gentleman, Steve chiede prima ai presenti se qualcuno volesse uscire prima che il suo piede venga parcheggiato a pettine nel loro culo.

Cap diventa un tornado di botte in uno spazio in cui a malapena potrei riuscire a scaccolarmi senza sbattere il gomito sulla pulsantiera dell’ascensore.

6) “I am Iron Man” (Iron Man)

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Quel figlio di una buona donna ce l’ha fatta ancora.

Credo che nei miei articoli avrete notato un pochino di astio nei confronti di Iron Man.

Eppure è un personaggio che ricorre frequentemente nei momenti più significativi del Marvel Universe.

Il problema è che è un fottuto genio. Va in giro con una cariola di carisma. E dopotutto amo odiarlo.

Il primo film di Iron Man non poteva avere una conclusione più autocelebrativa, vanagloriosa e cazzuta come questa.

Una semplice frase che abbatte ogni barriera che divide la persona dal suo alter ego, in barba all’identità segreta dei supereroi.

5) Captain America vs Iron Man (Captain America: Civil War)

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Qui ho temuto il peggio.

Eppure ho pregustato questo momento sin da quando Cap e Iron Man sono approdati nell’universo Marvel, con le prime frecciatine e scaramucce.

In Civil War abbiamo potuto osservare due ideologie contrapposte, che ha generato una frattura tra gli appassionati, chiamati a schierarsi in un conflitto dove non vorremmo mai dover scegliere da che parte stare.

Ovviamente non è una questione che poteva esser risolta con una partita a briscola. Andava risolta con il testosterone.

E le botte ci sono state. Tante. E forti.

Probabilmente è il combattimento più significativo del Marvel Universe cinematografico. Nel mio quore, lo preferisco anche al blasonato scontro all’aeroporto.

Ma a quello ci arriviamo tra poco, non temete

4) Groot balla Mr Blue Sky (Guardians of the  Galaxy Vol. 2)

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Nei giorni che ci hanno diviso dalla prima alla seconda parte della top 20, voi nerd dalla verginità prorompente avete intasato la mia mail per l’assenza dei Guardiani della Galassia nell’articolo con insulti inenarrabili ed incomprensibili a chiunque non abbia perso la vita come noi voi a vedere Star Trek.

Ma avevo previsto la reazione scaturita dalle vostre mani slumacate diteggiare furiosamente sulla testiera unta dopo aver letto il mio articolo.

Vi bastava solo aspettare un attimo perché, per quanto vi sorprenderà saperlo, ho una vita sociale in cui bevo molti cappuccini. Da solo.

Tralasciando la mia privacy, ci sarebbero tanti, piccoli, grandi momenti che vedono protagonisti i Guardiani, tant’è che sarei addirittura tentato a creare una personale top dedicata interamente a loro.

Non potevo esimersi dall’inserire, ai piani alti di questa classifica, la miglior sequenza iniziale che sia mai stata ideata per un film Marvel.

Baby Groot balla felicemente nel caos, ignaro dei pericoli che lo circondano mentre i Guardiani, al loro solito, rischiano la pelle per una grossa taglia su un tentacolare mostro galattico.

3) “We are Groot.” (Guardians of the Galaxy)

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Ancora i Guardiani della Galassia, ancora Groot.

Ma come si può resistere ad un albero galattico doppiato da Vin Diesel che ripete soltanto “Io sono Groot”?

Risposta: non si può.

Questo è l’unico momento in cui pronuncia un’altra, nuova, significativa parola.

“Noi siamo Groot.”

E basta ciò per rimanere incantati e sentire il cuore stretto dalle sue radici, in un tenero abbraccio.

2) Combattimento all’aeroporto  (Captain America: Civil War)

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Dopo averli visti uniti per salvare la Terra, ora li ritroviamo divisi per una scaramuccia interna.

Botte da orbi all’aeroporto di Ciampino.

Abbiamo sempre un po’ fantasticato, tra Pringles alla paprika e bicchieri di Sprite, a fare i protonerd dibattendo su chi fosse il più forte tra i supereroi, cosa accadrebbe se si sfidassero.

E si sfiora il ridicolo peggio di una scena di Big Bang Theory.

Fortunatamente alla Marvel stanno pure peggio di noi e ci accontentano con una sequenza di mazzate che genera uno smarmellamento nelle mutande.

Qui c’è l’esordio assoluto di Spider-Man prima di Homecoming e di Black Panther… prima di Black Panther.

1) *Snap* (Avengers: Infinity War)

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Scontato?

Probabilmente sì, ma non poteva andare altrimenti.

Thanos ha cambiato (per sempre?) il Marvel Universe con uno schiocco di dita. Dimezzandolo.

In un attimo, ha cancellato anni di sogni, speranze, rendendo polvere i nostri beniamini.

Senza scrupolo, senza una selezione.

Io sto ancora in terapia dopo quel giorno.

 

 

Come tutte le cose belle, finisce anche questa top 20, rimandandovi ad un ipotetico terzo articolo su tutti i momenti che non hanno trovato spazio qui ma che meritano comunque di essere minzionati. 

 

I migliori 20 momenti del Marvel Cinematic Universe, Parte I (20-11)

Ci divide poco meno di un mese da Endgame, il prossimo (ed ultimo?) film degli Avengers.

Per non arrivare impreparati a questo grande evento, ho deciso di raccogliere i momenti più significativi, divertenti ed iconici delle 21 pellicole che ci hanno accompagnato nel corso degli anni.

Dall’esordio di Iron Man nel 2008 sino al recentissimo Captain Marvel, faremo un excursus nel mondo cinematografico dei supereroi.

Per ovvie ragioni, vedrete l’esclusione di ogni altro film che non sia canonico per l’attuale Marvel Universe. Non vedrete dunque: X-Men, Ghost Rider, le due pellicole dedicate ad Hulk, la trilogia di Spider-Man sceneggiata da Sam Raimi, Amazing Spider-Man, Venom, Fantastici Quattro (né il binomio cinematografico di metà anni 2000, né quella porcata del 2015). Potessi, aggiungerei Iron Man 3.

Se non avete visto tutti i 21 film, potreste incorrere in alcuni spoiler.

Ma soprattutto, dovreste correre a vederli, cialtroni.

 

20) Tutti provano a sollevare Mjolnir (Avengers: Age of Ultron)

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Nei momenti di sollazzamento, i supereroi sanno dedicarsi ad attività in cui si concentrano quantità massicce di testosterone, tra small talks, bicipiti pompati e risatone alla Mara Venier.

Ci fu quel momento in cui Mjolnir provò ad essere sollevato a turno dagli Avengers presenti in quele sane fasi di cazzeggio. Thor se la rideva beatamente a veder fallire miseramente tutti finché quel manzo di Steve Rodgers tentò l’impresa.

Pur non riuscendoci, si avvertì un impercettibilissimo spostamento del martello, con un suono che stride ancora nei timpani del Dio del Tuono.

Fine delle grasse risate, torniamo a dare le botte ai cattivoni.

19) Il funerale di Fridda (Thor: Dark World)

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L’addio alla madre di Thor è stato commovente e solenne. Poste le membra su una barca, Fridda è stata condotta nell’al di là accarezzata dall’eterno torrente di Asgard, prima che il suo scranno funereo fosse fatto ardere dalle fiamme delle frecce scoccate dagli arcieri norreni.

Commento di mia madre: voglio pure io un funerale così.

18) Steve incontra Peggy Carter (Capitan America: Winter Soldier)

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Rimasto ibernato per oltre 70 anni e scongelato come una confezione di Sofficini, Steve Rodgers ha ritrovato un mondo nuovo, diverso rispetto a quello che fu all’epoca dell’invasione nazista.

Steve dovette fare i conti con l’inevitabile passaggio degli anni per tutte le persone che conobbe prima del suo ultimo volo. Tra di loro, ancora in vita, c’era Peggy Carter.

La visita all’agente Carter è straziante. Ormai anziana, con il viso solcato dall’incessante passaggio del tempo, Peggy ricorda ancora Steve. Per poi dimenticarsene qualche attimo dopo.

Dovettero evacuare la sala per il torrente di lacrime che scese dai miei occhi.

17) Peter deve farcela da solo (Spider-Man: Homecoming)

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Spidey è seriamente nei guai per la prima volta. Ed è solo. Nessuno è lì per aiutarlo, per intervenire. E rischia di essere schiacciato.

Questo è un momento che mi diede i brividi in sala perché richiamò una scena iconica dei fumetti di Spider-Man (avvenuta esattamente in Amazing Spider-Man #33)

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Brividoni per me e il nerd dal ciuccetto unto che era seduto nella quarta fila in basso, defilato.

16) Il Trenino Thomas  (Ant-Man)

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Ant-Man ha estratto dal cilindro della creatività una moltitudine di idee geniali. Tanto da trasformare il trenino Thomas in una minaccia.

Durante il combattimento contro Calabrone, il nostro supereroe e il supercattivone si affronteranno nella cameretta della piccola Cassie, figlia di Ant-Man.

Rimpicciolitissimi, ogni giocattolo sarà un ostacolo. O un’arma.

L’epico scontro sul treno finirà con Calabrone investito da Thomas.

 

15) “I’m always angry” (Avengers)

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Pur essendo stato introdotto soltanto in Avengers, Hulk approdò al cinema già in passato con due film, non ritenuti canonici per il Marvel Universe e perciò aggiunti nella mia personale banned list. Sta di fatto che, considerando il rilascio relativamente remoto ed essendo le più recenti trasposizioni cinematografiche del Golia Verde, per tutti Hulk è Edward Norton o l’altro che vattelo a pesca, diventa grosso e spacca tutto.

Nel marasma di Avengers, col cambio di attore (in favore di un timido Mark Ruffalo), trovare tempo per caratterizzare Hulk tra tante prime donne è impresa ardua. Devi abbattere (ma tentando di mantenere) lo stereotipo dell’omone che ti scassa di botte quando perde le staffe, che sia per l’incompetenza dei tizi agli sportelli della posta o per la cancellazione della serie Netflix che tanto ti piaceva.

Una frase. Ciò è bastato per dare un’identità ad Hulk, farci conoscere i suoi demoni. È sempre incazzato.

La vita è una costante fila alle poste.

14) Il viaggio cosmico di Doctor Strange (Doctor Strange)

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Doctor Strange ha permesso alla Marvel di introdurre la magia e la componente cosmica nel suo universo cinematografico. Poco prima, colse l’occasione in Ant-Man per mostrarci il regno quantico.

Sono elementi che gli spettatori più disinibiti potrebbero dare per scontato (pur rimanendone affascinati) ma che in realtà sono delle condivisioni importanti per arricchire ed implementare il mondo supereroistico attraverso argomenti complessi.

In Doctor Strange, quella stramboide de “The Ancient One” non raccontava frottole che potreste sentire da una stralunata al Naturasì che compra la quinoa prima di andare a fare yoga.

I suoi insegnamenti zen rappresentano una filosofia da metabolizzare. Non sono solo stronzate tantriche. E sentire questi argomenti trattati in un film Marvel mi ha certamente stupito.

Indipendentemente da ciò, i trip cosmici di Strange vi mandano il cervello in poltiglia. Forme e colori derivate dalla eredità di Jack Kirby, come se fossero state travasate dalle splash page dei fumetti dello Stregone Supremo. C’è da perdersi e rimanerne esterrefatti.

13) “I could do this all day” (Captain America: First Avenger)

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Steve Rodgers non è diventato Capitan America dopo l’iniezione del supersoldato.

Steve Rodgers è sempre stato Capitan America.

È uno di quei casi in cui supereroi si nasce, anche se può sembrare che Steve sia stato predestinato.

Ciò che lo rende Capitan America è la risolutezza, la volontà, l’ideale.

Steve appare fragile e mingherlino, proteggendosi dietro un coperchio di una pattumiera. Ma la natura del supereroe gli apparteneva già, anche se più debole.

E non si fa certo intimidire da un prepotente cafonissimo.

12) Tony Stark crea la Mark I (Iron Man)

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Quando il genio, miliardario, playboy, filantropo fu rapito dai terroristi dopo che gli venne la brillante idea di fare un’escursione nel deserto dove c’erano più armi Stark che granelli di sabbia, quel buontempone di Tony dovette rimboccarsi le maniche e diventare McGuyver per evadere da quella topaia che non si confaceva affatto al suo stile di vita da cafone.

Ingegnandosi, riesce a costruire la gloriosa Mark I adoperando un ferro da stiro ed una spillatrice.

L’evasione trai mortaretti, indossando quella scatola di fagioli, porta alla nascita di un nuovo Tony Stark; stufo e pentito di vendere armi con cui la gente si ammazza (lo scopre solo in quel momento), decide di intraprendere una svolta pacifista e stare a posto con la coscienza. Giustamente, si costruisce altre armature per andare a sparare i missili in Medio Oriente.

Cosa non fa una settimana senza vasca idromassaggio e un tuffo tra le risorse auree come Zio Paperone.

11) Visione solleva il Mjolnir (Avengers: Age of Ultron)

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Poco fa parlavamo proprio di Mjolnir.

Se Thor sudò freddo quando Steve spostò di un millimetro il suo martello, qui la reazione fu tragicomica.

Risate e sgomento in sala. Thor diventa più bianco del Galbanino.

Visione si presenta così, alzando Mjolnir come se fosse una delle riproduzioni che trovate da Rocco Giocattoli. Perché tra le sue mani, sembra un giocattolo.

E con questo chiudiamo. Per ora.

Aspettatevi altri 10 grandi momenti tratti dai film Marvel.

Nel frattempo, approfittatene per lamentarvi delle scene assenti diteggiando sulla tastiera zozza di kebab con le vostre mani slumacate.

 

 

Recensione NO SPOILER Guardiani della Galassia Vol. 2

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Mi ero quasi dimenticato dei Guardiani della Galassia. Eppure, è tuttora il miglior film Marvel che io abbia visto.

Accorro in extremis al cinema per recuperarlo. Nessun hype ha accompagnato la sua uscita in sala: sarà perché, da parte mia, non punto mai sui sequel.

Avrei dovuto. E vi spiego perché.

Questo Vol. 2 è uno dei seguiti più azzeccati dell’universo Marvel. Si mischiano perfettamente azione e umorismo, in una sequenza di sketch che centellina perfettamente lo spazio da dedicare ai tanti protagonisti galattici. Il vasto e variopinto cast di eroi interplanetari è gestito egregiamente, godendoci le interazioni tra battute, small talks e le dissacranti ed inopportune risate di Drax. Chi aveva necessità di maggior caratterizzazione e di ricoprire un ruolo, laddove in un gruppo di eroi potrebbe essere difficile ritagliarsi la propria parte, è stato accontentato, con esecuzione brillante.

Ogni personaggio è capace di sfoggiare la battuta adeguata ed inaspettata al momento adatto, sorprendendo lo spettatore e strappandogli una risata. Seppur la trama non sia particolarmente strutturata, ci si godono più di due ore di intrattenimento senza accorgersene. Ci si libera del tono eroico e fumettistico degli Avengers, proponendo un approccio più sgangherato laddove gli autori possono sbizzarrirsi con maggior elasticità rispetto ad una continuity più rigorosa e solenne. I Guardiani della Galassia sono dei Vendicatori che non hanno regole, trastullandosi in una anarchia creativa che li rende spassosi ed imprevedibili rispetto agli eroi della Terra dalle loro tute attillatissime. Non per questo risultano una canzonatura od una pedissequa emulazione degli Avengers; è un gruppo distinto ed anzi, spicca di personalità e si contraddistingue anche più rispetto a Captain America, Thor ed Iron Man. Se siamo consci di cosa ci possiamo aspettare da Captain America, eroe iconico e ligio al dovere , non sappiamo invece come possa comportarsi un personaggio imprevedibile come Rocket Raccoon o Drax, privi di regole e di raziocinio. E il risultato è sempre pirotecnico ed esilarante.

Notevole implemento di effetti speciali e della computer grafica, copiosamente presente con scenari davvero impressionanti. Anche il comparto fantascientifico è ben strutturato, iniziando a definire l’infinito universo cosmico della Marvel.

Le guest star presenti nel film generano un perfetto mix nostalgico, amalgamandosi perfettamente nell’universo Marvel.

Kurt Russell sarà il papà di Peter Quill -alias Star Lord -, che per tutti questi anni lo ha cercato nei meandri più reconditi dell’universo. Avrà però molto da dover chiarire col figlio, dato che lo abbandonò a Yondu, oltre ad aver lasciato la madre al suo triste destino.

Sylvester Stallone sarà Star Hawk, importante e rispettato membro dei Ravagers che ha un conto in sospeso con Yondu.

La presenza di questi big impreziosisce ancor più la pellicola, che non figurano come ridicole comparsate come spesso accade in queste operazioni bensì risultano elementi di spicco, esaltando i personaggi secondari, facendogli acquisire spessore con la loro interpretazione.

Tantissime le catchy phrases che ripeterete dopo la visione, per un umorismo che coinvolgerà anche i più piccoli e che darà sfogo a quella comicità liberatoria e necessaria per loro, con battute che, pur avendo elementi che potremmo definire volgari, sono integrati così adeguatamente che i genitori non si vergogneranno od allarmeranno per qualche parolaccia o riferimenti inopportuni agli organi genitali di Drax. 

Ma soprattutto: non è irresistibile Baby Groot?

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In conclusione, quello dei Guardiani è un ritorno col botto e non era impresa facile riuscire ad eguagliare la spettacolarità dell’esordio. Qui si sono davvero superati, arricchendo di elementi un film che riesce, nella sua baraonda, a gestire ed equilibrare azione, comicità ed emozioni. L’ennesima conferma che gli outsiders della Marvel sono capaci di stupire e proporre un prodotto alternativo ai supereroi più blasonati.

 

Divertimento garantito.

P.S. Anche se sembrerà scontato, rimanete fino ai titoli di coda. Vi godrete più di una spassosa sequenza!