Recensione NO SPOILER Una mamma per amica – di nuovo insieme

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Guardare serie televisive assieme a mia madre mi ha sempre condotto verso scelte inaspettate – e magari anche discutibili – sin da quando ero più piccino.
Grazie a queste influenze materne, il mio curriculum può considerarsi variopinto, con sfumature di rosa tinteggiate dal trascorso televisivo ereditato.
Deformazione professionale.

Sapere che Netflix stava lavorando ad una nuova serie di Una mamma per amica, con la reunion del cast, mi ha mandato in brodo di giuggiole.
Ogni tentativo di contenere l’entusiasmo è stato vano per quanto ne sia probabilmente valsa la perdita di quel briciolo di credibilità che mi rimaneva. Ma poco importa.
C’è chi va su di giri per uno psicopatico che spacca il cranio ad un poveretto con una mazza da baseball, c’è chi scalpita per vedere le Gilmore di nuovo insieme.

Ci troviamo in un’epoca in cui il passato bussa alle porte del presente (e del futuro); un passato recidivo, con corpi putridi rinvenuti da ambiziosi necromanti appartenenti alle emittenti televisive che, con il loro oscuro rituale, tentano di replicare e riaffermare il successo dei tempi che furono.
Generalmente questi grandi ritorni risultano essere fallimentari, constatando che era meglio non disseppellire le salme delle glorie passate.
Non è il caso delle Gilmore.

Questa nuova stagione de Una mamma per amica riesce a rinnovarsi, adattandosi agli standard odierni senza però alterare la sua natura, riuscendo ancora a mantenere il ritmo incalzante che contraddistinse la serie in passato. Ci si perde (ancora) negli incomprensibili e frizzanti sproloqui dei suoi personaggi – in particolar modo di Rolelai -, ai cui si assiste confusi ma divertiti, di cui ci si sente entusiasti se se ne comprendono i ricercati riferimenti a quella mistica cultura televisiva, musicale e dello spettacolo a cui le Gilmore riescono ad attingere, smitragliando battute su battute in cui ci si sente partecipi e integrati seppur tentare di seguirli sembra un processo inconcludente e infruttuoso.
Le Gilmore sono trascinati e coinvolgenti come sempre.
La serie si libera di qualsiasi misticismo televisivo con personaggi perfettamente imperfetti che prendono scelte sbagliate, incomprensibili ma umane. Si perdono in chiacchere spesso ridondanti trascurando la realtà.

Lorelai non crescerà mai, continuando con testardaggine col suo atteggiamento ribelle, sarcastico ed anticonformista, non riuscendo a capire che forse sarebbe il momento di smetterla giunta ormai a 50 anni.
Rory è una ragazza promettente ma non riesce a decidere il suo percorso della vita, vagando da un impiego all’altro senza fissa dimora, pernottando da familiari col consueto supporto della madre. Prevale però l’insicurezza e l’indecisione, la mancanza di maturità per effettuar il passo decisivo verso l’età adulta – seppur abbia già 32 anni.

Le Gilmore risultano essere entrambe smarrite ma hanno la fortuna di poter ritrovare l’equilibrio grazie ai punti di riferimento nella loro vita. Questo ruolo è principalmente interpretato dalla nonna di Rory – madre di Lorelai – la quale, seppur appaia austera e vada incontro ad inevitabili conflittualità con la figlia, alla fine riesce sempre a fornire un aiuto concreto e far presente la realtà ad una Rolelai spesso svampita e fin troppo ostinata per comprendere ed accettare i suoi consigli.

In questi quattro appuntamenti da 90 minuti ciascuno, avremo modo di rivedere Stars Hollow in tutta la sua incantevole semplicità, ritrovando tutti i personaggi che caratterizzarono la piccola cittadina del Connecticut.
Molto è accaduto in questi anni di assenza seppur la storia e la cittadina non hanno subito sviluppi che stravolgono il contesto fedelmente riprodotto. La serie si prende comunque il tempo per reintegrare lo spettatore del passato all’interno del suo contesto, in un processo che neanche possibilità di esser attuato perché ci si sentirà immediatamente a casa, come se non se ne fosse mai andato.
La curiosità di rivedere molti dei personaggi è senz’altro forte ma la serie saprà scoprire con calma le sue carte, giocandole sapientemente a tempo debito – non vi preoccupate, rivedrete TUTTI.

Gilmore Girls è un progetto che riesce ad essere ambizioso pur mantenendo il suo inconfondibile stile, inserendo nuovi contesti e innovazioni lasciando integra la tradizione della serie. A distanza di anni, la sensazione è quella di assistere ad una naturale evoluzione di un serial che non è mai invecchiato – o che è invecchiato bene, che non ha bisogno di escogitar artifizi narrativi per riprendere la storia da dove l’avevamo lasciata.
Seppur la serie abbia cessato di trasmettere dopo sette stagioni, è come se per tutto questo tempo la vita a Stars Hollow non si sia fermata, mantenendo la sua armonia e la sua magia, brulicante di vita, in un micromondo costantemente in fermento nei suoi perfetti equilibri.

Le Gilmore sono tornate alla riscossa con il loro travolgente umorismo, le rassicuranti atmosfere, riuscendo a mio modesto avviso ad accontentare i fan che nutrivano molte aspettative per questo ritorno.
E dopo questa prima, nuova stagione, non possiamo che sperare in un prossimo rilascio al più presto dato il cliffhanger con cui si chiudono i quattro episodi.
Roba che Twin Peaks scansate.